martedì 26 febbraio 2008

Jovanotti sì, Jovanotti no, Jovanotti gnamme

Non è che siamo ai livelli delle grandi discussioni artistico-filosofiche, ma quando Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti (è pazzesco che un quarantenne non si sia ancora sbarazzato di un nome d’arte così delirante) divide come pochi, tra chi lo ritiene un deficiente totale baciato dalla fortuna, e chi invece una persona positiva (eh!) e un buon compositore pop.
Personalmente non ascoltavo un disco intero del suddetto artista dal disco di Penso positivo (eh!), cioè dal 1994.
Ecco decriptate in esclusiva per tutti i lettori del mio blog tutte le contraddizioni e le ragioni più recondite dei sentimenti che provate per questo entertainer.

Partiamo dalla fine, e cioè da Fango, l’ultimo singolo che ha lanciato l’album Safari, come scrissi qui, mi colpì molto al primo ascolto, e devo dire che tiene abbastanza bene anche dopo settimane, però, a fronte di belle e suggestive intuizioni poetiche ( "un uomo guarda la sua mano sembra quella di suo padre / quando da bambino lo prendeva come niente e lo sollevava su / era bello il panorama visto dall'alto / si gettava sulle cose prima del pensiero la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero") contiene al tempo stesso cadute di stile con stucchevoli passaggi adolescenziali ( "ti guardi intorno e invece non c'è niente /un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli / che hanno ancora il coraggio di innamorarsi "), ed è il classico esempio di cosa è capace di fare Lorè, dalle stelle alle stalle.

Jovanotti canta da cani, lo sappiamo tutti, in vent’anni non è migliorato di un punto percentuale, ha un’intonazione irritante, in costante pericolo di stonatura, il che diventa un pregio per tutti quelli che amano follemente il singalong, visto che ognuno ci può cantare sopra senza sfigurare.

Come sono le sue canzoni? Un compendio, un best of dei cantautori italiani, dallo stile di Gino Paoli a Vasco Rossi, da Battiato a DeGregori passando magari per i Subsonica.
Bene o male restano in testa e a me vengono da cantare nei momenti allegri, un po’ come Moretti con il piccolo Pietro in braccio che canta Ragazzo fortunato (in Aprile).

Tra l'altro, è curioso come abbia abbandonato da tempo il rap, ma ogni volta che altri artisti lo chiamano per un'ospitata in un loro disco, gli fanno fare sempre una tirata rap (ultimi in ordine di tempo i Negramaro).

Jova stilisticamente è passato dalla controfigura del bambino ritardato (modello Keaton in Mi sdoppio in quattro) degli esordi rap, ai camicioni a quadrettoni di flanella e cappellino sformato della metà novanta, al look barbudos con tanto di cappellino verde dei tempi recenti, il tutto in maniera molto naturale e, ne sono sinceramente convinto, senza calcolo.

Ha un atteggiamento che capisco possa sembrare falsamente buonista e stucchevole, tanto da risultare insopportabile, ricordo che ho provato pietà per lui, candido e pacifista,quando una volta è stato quasi sbranato da uno Sgarbi pre andropausa in diretta televisiva.
Con questo cosa ho voluto dire? Un cazzo, ma sta bozza di post giaceva da settimane in archivio, e di questi tempi non si butta via niente.

giovedì 21 febbraio 2008

Canta che ti passa

Voi cantate anche quando siete tristi, incazzati o depressi?
Io sì. Anche più del normale.

"(...) non so se ho dentro tutta la rabbia che mi sento
non so se è dentro o fuori
se è rabbia vitale o rabbia che ci muori
non so se è rabbia di violenza o di sconforto
non so se mettermi a sparare, spararmi o fingermi morto"

GIORGIO CANALI
Verità, la verità! dall'ottimo Tutti contro tutti


"My tea's gone cold I'm wondering why
I.. got out of bed at all
The morning rain clouds up my window..
and I can't see at all
And even if I could it'll all be gray,
but your picture on my wall
It reminds me, that it's not so bad, it's not so bad.."

Campionamento di Thank you di Dido per Stan di Eminem


Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa
Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa
Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa
Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa
Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa
Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa
Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa
Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa
Ma me se, ma me sa, ma ma coo sa,
ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa


Geniale campionamento di Wanna be startin' somethin' di Michael Jackson per Please don't stop the music di Rhianna



"Insieme a te non ci sto più guardo le nuvole lassù
cercavo in te la tenerezza che non ho
la comprensione che non so trovare in questo mondo stupido.
Quella persona non sei più quella persona non sei
tu finisce qua chi se ne va che male fà."

Franco Battiato coverizza Insieme a te non ci sto più della Caselli


"'Sta luna pare 'na scorza 'e limone,
e comm'è blu stu cielo 'e cartone.
'O mare me sciacqua 'e ppalle Mariù,
cu 'nu vasillo se sceta 'o cardill e vulesse cantà, bella 'e papà .

'O tiempo se ne va, e tu nun vuò chiavà,
ma quanno 'e chist'ammore sulo 'o turzo restarrà,
allora scoprirai la differenza che ce sta tra un morso e 'nu bucchino.

E almeno 'o vuò capì, ca ognuno addà campà
si comme 'o cappuccino pe 'sta coppola 'e babbà
si 'o pennacchio ro' Vesuvio, si 'na cozza 'e pediluvio
e si t'o mettesse n'culo ch' vuò fa?

Ma 'o tiempo se ne va, dimane nun s' sa,
si 'a mazza m' s'arrizza, si nun t' car 'a zizza nun s' sa,
la vita è un varieté e 'o cazz è cumm 'o rré
e io ca so' guaglione, t'o ronco 'stu bastone sott' 'a luna
puttana comm'a ttè. "

L'epocale 'O tiempo se ne va degli Squallor, da Arraphao

domenica 17 febbraio 2008

Six feet under, stagioni 1, 2 e 3

Ho concluso in questi giorni la maratona Six feet under iniziata questa primavera grazie alle repliche proposte dalla tv satellitare Cult.E' curioso vedere in pochi mesi quello che viene normalmente visto nel corso di tre-quattro anni, si crea una sorta di familiarità e affezione con i personaggi del serial, che diventano una semi costante della tua giornata.

Il serial parla di temi ormai non necessariamente eclatanti per un telefilm, l'omosessualità ad esempio è un argomento pressochè onnipresente e non fa più notizia, l'elemento di distinzione di Six Feet Under potrebbe invece essere l'esposizione non glamour, ma realistica, e quasi disturbante dei temi trattati.

L'amore non platonico, le effusioni e il sesso tra sessantenni può risultare "fastidioso", e non si vede sovente sui canali televisivi, mentre per restare all'omosessualità, David Fisher che si incula un puttano sul cofano di una macchina parcheggiata è quanto di più lontano dall'immagine del gay perbenino tipo Queer as folk.
L'ex promessa moglie di Nate Fisher che, in prossimità delle nozze intensifica la sua attività sessuale con sconosciuti, arrivando a farsi scopare contemporaneamente da due ragazzotti, non è esattamente la pubblicità della stabilità familiare, mentre la scelta di mostrare l'aborto di Claire Fisher in tutta la sua freddezza e impersonalità da catena di montaggio va controcorrente rispetto a quanto ti aspettersti da una serie "liberal".

In fin dei conti Six Feet Under parla della vita e dei rapporti sociali e familiari, forse estremizzando un pò le situazioni, ma in modo decisamente meno ipocrita di quanto ci viene mostrato in produzioni patinate degne degli spot del Mulino Bianco.

Il defunto papà Fisher (lo straordinario Richard Jenkins) che si manifesta ai suoi , sempre con la sigaretta tra le labbra e il sorriso beffardo è contemporaneamente l'angioletto e il diavolo sulle spalle di chi deve compiere una scelta o sta attraversando un momento difficile. Se la ride degli struggimenti, è comprensivo, si coccola i figli , li spinge a reagire, li mette davanti alle loro contraddizioni, piange alle seconde nozze della moglie Ruth, non lascia le loro vite e la loro casa.
La serie, molto amata da pubblico e critica, in USA è stata sospesa per scelta degli autori alla quinta stagione, mentre in Italia, Mediaset l'ha interrotta, per ragioni mai chiarite, dopo la terza. Pare che qualcuno abbia sollevato questioni per "i temi trattati", che va bene la violenza di C.S.I. o la polizia americana che sfonda la testa e la cassa toracica degli ispanici su Real TV, ma hai visto mai che qualche Ruiniano potrebbe turbarsi nel vedere la morte e la vita trattati senza falsità, ipocrisie, moralismi o dogmi religiosi?

venerdì 15 febbraio 2008

Herbie Hancock, River: the Joni Letters


Uscito un pò in sordina, questo disco di Herbie Hancock ha ricevuto poi un'inaspettata esposizione mediatica grazie alla vittoria come album dell'anno negli ultimi Grammy Awards. River: the Joni letters è un tributo alla musica di Joini Mitchell, alterna brani strumentali nell'ormai inconfondibile stile di Hancock, a pezzi cantati, grazie alla prestigiosa partecipazione di gente come Norah Jones, Corinne Bailey Rae , la stessa Joni Mitchell, Leonard Cohen e una sorprendente Tina Turner, che dopo gli esordi errenbì e la rinascita pop-rock, fa le prove per una terza giovinezza, in versione confidential singer.

Un opera di classe, magari un pò freddina, ma senza troppe concessioni commerciali, e capace di suggestione.

giovedì 14 febbraio 2008

Pericle il nero


Io mi chiamo Pericle Scalzone. Ho trentotto anni. Sono un poco grasso e ho i capelli bianchi perchè mia madre dice che pure mio padre li aveva. Di mestiere faccio il culo alla gente, stordisco la persona con un sacchetto di sabbia, la lego coi polsi vicini ai piedi a cavalcioni di una sedia o di un tavolo, e poi uso la pasta antibiotica per fare scivolare il pesce. (...) Non ho un grande pesce e non faccio mai molto male. D'altronde non devo far male, devo soltanto svergognare.Quando la persona è svergognata capisce e tira dritto. (...) non sono bello e ho il pesce non piccolo ma neanche grande, l'unica cosa è che sono capace di drizzarlo quando voglio, uno mi dice drizzalo e io lo drizzo. E' una cosa che ho sin da ragazzino.


E' da quando ho letto questo incipit, ormai diversi anni fa, che desideravo leggere Pericle il nero, di Giuseppe Ferrandino. Una storia inverosimile e un pò squallida che si dipana tra Napoli e Pescara, con il prtagonista che, a causa di un suo drammatico errore, è in fuga dai boss della camorra dei quartieri. Pericle Scalzone è un nullafacente che, per le sue "capacità" è assoldato dal boss Luigini Pizza per "svergognare" chi non si piega ai voleri del clan. Un personaggio dall'ingenuità quasi fiabesca, ma all tempo stesso reattivo alle difficoltà e capace di azioni tremende. Un finale un pò così, ma una lettura agile e divertente.


Cercando su google la copertina del libro da postare, mi sono imbattuto nella scheda del film che hanno tratto dal libro. Regista è nientepopodimeno che Abel Ferrara, e interprete principale (andatevi a rileggere l'autoidentikit di Pericle, prima), è Riccardo Scamarcio!

Sarebbe come fare un film su Maurizio Costanzo e farlo interpretare a Johnny Depp...

Pro-choice

Episodi come come quello di martedì (la polizia che entra in un ospedale manco fosse il covo dei Lauro e interroga una donna ancora sotto choc dopo un aborto terapeutico, a causa di una telefonata anonima ) mi spaventano a morte per il clima che rappresentano. Mi spaventa a morte Ferrara, visto ieri in televisione parlare con la sua consueta arroganza e saccenza di aborto definendolo un omicidio e arrivando a fondare persino un partito "pro-life". Tutto questo tirare in ballo la 194 per ingraziarsi la chiesa, o direttamente su commissione della CEI è disgustoso. Sono per natura una persona conciliante e portata alla mediazione, ma questa cinica aggressione ad un diritto delle donne mi provoca reazioni tutt'altro che tolleranti.
gravidanza

Mi sono sempre chiesto perchè tutta questa gente non si attivi per migliorare le condizioni di vita di milioni di bambini, anche italiani, che vivono in condizioni sociali ed economiche atroci, lasciati in balia di se stessi o di chi ne fa ciò che vuole, con l'unica prospettiva di essere sfruttati o diventare delinquenti, carne da macello.
E' rivoltante pensare che gli schieramenti politici contrari all'aborto sono rappresentati da lascivi parlamentari divorziati, puttanieri cocainomani, gente che non fa frequetare gli asili ai figli degli immigrati e che promette tolleranza zero agli zingari, magari partecipando in incognito a ronde notturne nelle quali ci scappano roghi e stragi di bambini.
Sono persuaso da tempo che quello che vogliono non è vietare l'aborto, sanno anche loro che, dal prezzemolo ai ferri ma maglia alle cliniche private di lusso, si è sempre abortito. Perciò è chiaro a tutti che quello che vogliono è privare le donne del potere, della possibilità di scegliere se concepire e crescere un figlio.

lunedì 11 febbraio 2008

Freddure

A volte anche il micatantosimpatico Severgnini azzecca delle battute. La freddura gioca sugli slogan Veltroniani, dal vecchio I care (mutuato dai Laburisti inglesi) al nuovo Yes, we can ( sorriso di battaglia di Barack Obama).
Dal Corriere di oggi:

I care. We can. They win.

domenica 10 febbraio 2008

My favorite things / febbraio 08

1) Alter Bridge - Blackbird
2) Eminem - Curtain call (the hits)
3) Black Mountain - In the future
4) Elastica - Elastica
5) Th' Legendary Shack Shakers - Bloodswamp
6) Weather Report - Black Market
7) Ice-T - AmeriKKKa's last wanted
8) Giorgio Canali - Tutti contro tutti
9) Led Zeppelin - BBC Sessions
10)L7 - Smell the magic
11) Jovanotti - Safari

il libro) Giuseppe Genna - L'anno luce
la serie TV) I Soprano 4a Stagione

Ancora Genna


Mi piace Giuseppe Genna. Avevo segnalato il suo notevole Nel nome di Ishmael, probabilmente mezzo American Tabloid all'italiana (l'altra metà dovrebbe essere Romanzo Criminale di Cataldo), ma mi ero ripromesso di leggere altro.

I suoi libri non sono così facili da trovare, per uno come me che a Milano per librerie ci va poco e niente. Così, quando mi capita, non sto nemmeno lì a sfogliare l'oggetto del mio interesse, passo direttamente in cassa.

Nel sacchetto di plastica della mondadori ho portato a casa L'anno luce, romanzo.


Mi sono bastate poche pagine per capire che i temi e lo stile de Nel nome di Ishmael erano dimenticati, quasi come fossero appartenuti ad un altro scrittore.

L'anno luce è un'opera anomala, che potrebbe eseere scritta tutta in corsivo, citazioni e divagazioni compiaciute prendono il sopravvento sulla narrazione, siamo dentro Rumore bianco di DeLillo, bisogna leggere con calma, senza la fretta da thriller, lasciarsi condurre senza frenesia alla conclusione.

I personaggi sono capitani d'industria chiamati solo per soprannome (Il Mente, Il Profeta ) di una grande azienda di telefonia che sta per essere acquistata da un colosso inglese. La storia delle epiche riunioni tra spionaggio industriale e privato si interseca con le manovre del Faccendiere e il misterioso shock che sospende la vita di Maura, la moglie del Mente.

E' uno di quei libri che è difficile valutare e misurare, che vogliono essere lasciati a sedimentare, e che probabilmente svelano il loro valore con il tempo.

giovedì 7 febbraio 2008

YO! (part 2)

Il mio amico Sandrino, vero luminare della politica, anche se, ahimè, Craxiano e Ferrariano di ferro, mi ha chiesto di compilargli un paio di giga di rap/hip hop.
Non so voi, ma personalmente adoro queste richieste, mi scatta questo sorriso diabolico sulle labbra e il cervello scatta a pensare come preparare al meglio il lavoro.
Tra l'altro, di recente avevo trattato l'argomento, perciò mi sono semplicemente limitato ad approfondirlo.
Tra ciddì già in mio possesso, files in cartella e album recuperati è uscita la playlist definitiva di album rap e hip hop più significativi di sempre.
Il prologo deve essere Gil Scott Heron, la raccolta The Revolution will not be televised, può andare benissimo. Poi, in ordine casuale:

1) Eric B. & Rakim - Paid in full
2) Public Enemy - It takes a nation of million to hold us back
3) NAS - Illmatic
4) The Notorious BIG - Ready to die
5) 2Pac - Greatest hits
6) RUN DMC - Raising hell
7) Ice Cube - AmeriKKKA's most wanted (va bene anche Death certificate)
8) Dr Dre - The chronic
9) The Wu Tang Clan - 36 Chambers: enter the Wu Tang
10) Jay-z - Resonable doubto (va bene anche The blueprint)
11) NWA - Straight outta compton
12) Beastie boys - Licensed to ill
13) Eminem - The Marshall Mathers LP
14) A tribe called quest - People's Instinctive Travels and the Paths of Rhythm
15) De la soul - 3 feet high and rising
16) Fugees - The score

Ad ogni modo si accettano suggerimenti

mercoledì 6 febbraio 2008

Il mondo secondo P.I.

Nuovo articolo di Ichino ieri sul Corriere e nuovo attacco al sindacato, o meglio alla CGIL. Diversamente da molti amici impegnati nel sindacato o in politica, pur non condividendo quasi mai le sue opinioni, trovo sempre stimolanti i suoi punti di vista, e apprezzo le discussioni filosofiche che ne scaturiscono e che fanno riflettere sui ritardi delle Organizzazioni Sindacali.

Detto questo, passiamo alle critiche.
Ichino, nell'editoriale di ieri, se la prendeva con il segretario veneto della CGIL, che aveva reagito duramente all'iniziativa di Illy (denuncia per i manifestanti metalmeccanici, che, per difendere il proprio posto di lavoro avevano bloccato delle strade).
Non è ammissibile, dice l'llustre lavorista, che la CGIL difenda quel tipo di iniziative. Anche ammesso che grazie a quelle iniziative si arrivasse ad un accordo, sarebbe un accordo "sbagliato" perchè nato su presupposti imposti con un atto violento.

In un mondo di relazioni industriali corrette e leali sarei d'accordo. In un mondo in cui non morisse un lavoratore ogni sette ore, sarebbe normale sostenere la sua opinione. In un Italia di imprenditori illuminati dove il profitto viaggia parallelamente alla soddisfazione dei dipendenti sarebbe criminale quanto fatto da quei metalmeccanici. Ma siamo in questo paese o in un altro?
Indubbiamente il Sindacato ha perso contatto con i lavoratori, e fatica a tenere il passo delle mille precarietà, raramente rappresentate, ma gradirei leggere ogni tanto un'analisi critica su come molte imprese si arricchiscono a discapito della forza lavoro o di come rinnovano contratti in somministrazione eludendo ad arte la legge, o di come alimentano il lavoro nero, perchè è questo il campo da gioco, mica quello dei sogni di Ichino.

Pubblicità

Segnalo l'interessante iniziativa di quelli del Mucchio, che per il secondo anno consecutivo pubblicano L'annuario; un volumetto con quanto di meglio la musica, il cinema,i libri e il teatro hanno fatto nell'anno testè trascorso. Unica, ma non trascurabile, pecca il prezzo: dieci euroni si fa fatica a spenderli per una rivista, senza la molla di una botta di depressione.

venerdì 1 febbraio 2008

Dichiarazioni

Nello stesso giorno in cui esponenti del centrodestra esaltati eslclamavano :"giustizia è fatta!" riferendosi all'assoluzione di Berlusconi dal reato di falso in bilancio, grazie ai tempi di prescrizione introdotti da una legge da lui emanata (e mi sono ritrovato a pensare: "speriamo che quest'uomo non commetta mai omicidi, sennò..."), a Partinico è stato aggredito e picchiato dal figlio del boss locale, Giuseppe Maniaci, giornalista e direttore della TV locale Telejato, da sempre in prima linea alla lotta alla mafia.
Intervistato dal GR1 RAI dichiarava: "fino alla morte, non smetterò di condurre la mia battaglia contro la mafia."
Mi fermo qui.

I primi del 2008


Madonnina, quante chance ho dato a Cat Power, che continuavano a dirmi quantè brava di qua quantè brava di là...Bon, anche Jukebox, come la nutrita schiera dei precedenti lavori, a parte una curiosa versione di New York, quella resa celebre da Minelli e Sinatra, mi è totalmente indifferente. Spero a questo punto di averne avuto abbastanza.


I Black Mountain anche loro mi sono stati suggeriti. Chitarrone pesanti, attitudine ad allungare i pezzi, direi che siamo dalle parti dello stoner, non fosse che non m'intendo di stoner, acidi e un pò psichedelici anzichenò. Bella copertina. Stimolanti.