mercoledì 31 dicembre 2008

Il sol dell'avvenir

Sono in molti, da tempo, a consigliarmi la lettura de Il Sole 24ore in quanto miglior quotidiano in circolazione. Non li ho mai ascoltati, mi fa un pò cagare comprarmi il giornale della Confindustria. Devò dire però che in più di un'occasione, quando si è occupato del mio settore, ci ho trovato dentro delle opinioni molto simili a quello che esprimevamo come Sindacato.

Ricordo nel 2005, quando Albertini stava tentando, attraverso una vera e propria truffa, di vendere la nostra Azienda,la pubblicazione di un corsivo corrosivo, che abbiamo addirittura fotocopiato e distribuito come volantino, tanto era puntuale e condivisibile.
Sull'edizione in edicola ieri, il punto sulla nuova Alitalia, e la pubblicazione delle nuove rotte della compagnia.
L'autore dell'articolo scrive:

(...) alla fine di un lungo gioco dell'oca la Magliana tornerà alla casella di partenza, quanto a nome, logo e, probabilmente, a partner internazionale (Air France). In mezzo, un complicatissimo risiko con tanto di gravoso accollo (circa 1,5 miliardi di sola bad company) caricato sulle spalle dei contribuenti italiani e di supervalutazione di Air One (790 milioni di fair value), specie se rapportata ai 1.052 milioni pagati da Cai per l'acquisto delle attività di Alitalia che, ripulita dai debiti, ha un fatturato di 5 volte il gruppo di Carlo Toto e in pancia ricchi slot sui principali scali europei. Ma è chiaro che su Colaninno e sulla valutazione finanziaria (a meno Toto non avrebbe venduto), ha pesato il pressing di Intesa San Paolo, decisa a rientrare dai crediti vantati verso Air One, che stavano diventando un problema per la banca guidata da Corrado Passera.(...)

Nemmeno un giornale comunista avrebbe sintetizzato meglio la porcata studiata da B. e condotta dai capitani coraggiosi ai danni di migliaia di lavoratori e degli italiani.


Il testo completo dell'articolo è qui.

domenica 28 dicembre 2008

Candidato al suicidio


"Per la maggior parte delle persone che mi ascoltano, sto dicendo cazzate
Ma se arrivi a vedere chi muove i fili dietro le scene, beh cazzo, ti viene da vomitare"
The Grand Ole Opry (Ain't so grand anymore)


Il Grand Ole Opry è una vera istituzione nell’ambito della country music americana. Iniziato come una trasmissione radio nel 1925, oltre ad essere diventato nel frattempo il più longevo programma esistente (è tuttora trasmesso), si è trasformato nel tempo in una sorta di Academy Awards della musica Country ed è anche diventato un passaggio obbligato per chi suona questo genere. Organizza show, detta le playlist alle radio, fa e disfa. E’ ovvio che tutti facciano educatamente la fila per farne parte.
Hank Williams terzo no. Anzi. Lui apre Damn right rebel proud con una canzone che si intitola proprio The Grand ole opry (ain’t so grand anymore) e gliene vomita di tutti i colori, ricordando a tutti che chi gestisce questa organizzazione è un baciapile con le chiappe strette, che non voleva più Cash dopo la prigione, che era nervoso davanti al sorriso beffardo di Waylon Jennings e che, soprattutto, non celebra il nonno Hank Williams sr, re-inserendolo nella hall of fame del GOO ( a questo proposito è in atto da tempo una petizione on-line )

Mancano, rispetto al magnifico Straight to hell, anthem hardcore country come la title track o Dick in dixie, ma in compenso si tornano ad apprezzare melodia e voce, e in un paio di episodi (Candidate for suicide e Stoned and alone) il fantasma di nonno Williams è così vicino che si potrebbe toccare.

Meno immediato del precedente, Damn right rebel proud cresce col tempo, personalmente me la sono presa comoda per recensirlo, anche per la difficoltà di reperire i testi, letteralmente introvabili in rete.
L’open track è seguita da due pezzi, Wild & free e Me and my friends, che sono la quintessenza del way of life di Hank e della sua cricca, il sound è rilassato e il messaggio arriva forte e chiaro
(“ Each damn day that we’re living we’re damn right rebel proud”)

Con la traccia quattro si fa casino. Six packs of beer riprende finalmente lo stile country punk che è diventato ormai il marchio di fabbrica di questo Hank , i testi ovviamente sono l’ideale colonna sonora di un party selvaggio (Well I pay my dues /And I paid my rent / They still tryin to take everything they can (...) Even through i’m broke i got six packs of beer).

Il primo lento (I wish i knew) scivola via bene, così come il seguente If you can’t help youself, ma è con Candidate for suicide che il disco torna a toccare una vetta assoluta. Il titolo dice tutto, Hank canta con voce dolente, quasi remissiva. Un testo che va oltre l’autocelebrazione orgogliosa di uno stile di vita, e riflette sui lati più oscuri di un’esistenza costantemente border line.

Long hauls & close calls, la traccia nove, è spettrale. Mi sembra una canzone da omicidio, sarebbe perfetta per le serate in casa Firefly (la famiglia di serial killer inventata da Rob Zombie nei suoi La casa dei 1000 corpi e La casa del diavolo). Il brano estremizza ancora di più il concetto della vita senza regole e senza costrizioni, spingendo ancora più a fondo il pedale dell'acceleratore. Il testo è molto breve, per il coro del ritornello è forse appropriato coniare il termine death-country ( Coz' I've been drunk for 30 days / and I dont care if I die / And I'm druggin' hard and fast, and thats the way I spend my time / And I dont need someone tryin' to tell me how to live my /Own no good life My own HellBilly ride ).

Stoned and alone è uno strepitoso lento con tanto di slide guitar che dilata il tempo e lo spazio, creando un’atmosfera “stonata”, in linea con titolo e tema del pezzo. Composta probabilmente pensando alla I’m so lonesome i could cry del nonno.

La track 11, P.F.F. (Punch Fight Fuck), quasi dieci minuti di durata, è divisa in due parti: veloce ed acustica, ed è anche il pezzo più controverso dell’album. Il brano è dedicato alla memoria di Jesus Chris “gg” Allin, furioso e pazzoide hardcore singer degli ottanta, un infanzia agghiacciante con un padre psicopatico che faceva vivere la sua famiglia in una baracca isolata senza luce ne elettricità, “gg” si esibiva in show nei quali regolarmente provocava pesantemente il pubblico, lo aggrediva con l’asta del microfono, si provocava ferite (arrivando a spezzarsi i denti), veniva massacrato di botte, arrivava a defecare sul palco e a lanciare escrementi e/o a cospargersene. Beveva e si drogava senza soste. Si fece diversi periodi di carcere. Morì (ovviamente ) presto. Il party selvaggio che volle per il suo funerale si trova ancora su you tube. Hank gli rende omaggio con una traccia dal testo che più esplicito non si può, che probabilmente scatenerà una bolgia tra i suoi fans ogni qual volta verrà suonata.

3 shades of black è un omaggio allo stile di Johnny Cash (come del resto era stato Lousiana stripes nel predente Straight to hell). La canzone ha l’andatura tipica del compianto Man in black, anche se il testo del ritornello Johnny probabilmente non l’avrebbe mai potuto cantare (We all like metal and whiskey…). Altro highlight dell’album.

Il disco si chiude con un pezzo anomalo rispetto ai temi preferiti di Hank. Workin man è cantata insieme all’amico Bob Wayne ed è una classica bar country song che descrive la vita della working class americana, in particolare di un fiero operaio edile. Un po’ scontata, ma con qualche passaggio interessante: “ i've been working for the man since a tender age / now a rich politician wants to lower my wage / pour me a drink so i can understand / these are the struggles of a working man “

In ultima analisi, Damn right rebel proud rappresenta senza dubbio un’altra prova convincente per il nipote del leggendario Hank Williams, forse un mezzo punto inferiore al precedente Straight to hell, ma del resto era quasi impossibile fare meglio di quel lavoro. Hank ha capito che la velocità da sola non basta e allora è riuscito a controllarla, ad equilibrare più coerentemente i suoi aspetti e a produrre un disco meno selvaggio, ma più maturo. Hank Williams terzo prosegue dritto per la sua strada, incurante delle comuni regole di vita e di quelle del mercato discografico.
I suoi fans rispondono presente, mentre più di un discografico, giù a Nashville,TN, continua a masticare amaro.

sabato 27 dicembre 2008

Madagascar 2


Visto anche Madagascar 2. Niente di che, come del resto il primo. I personaggi principali non sono eccezionali, l'animazione non convince (l'ho trovata troppo pixellosa), la storia è prevedibile. Pollice su per i pinguini ( strepitosi) e il re dei lemuri ( il festaiolo fuori di testa Julian). La scena migliore è quella in cui i pinguini rubano una jeep ad un gruppo di turisti e infilano la cassetta nell'autoradio, scappando a tutto gas in retromarcia sulle note di More than a feeling dei Boston.

giovedì 25 dicembre 2008

Auguri via sms (cit)

Riprendo il divertentissimo post di Filippo, pubblicato sul suo blog in apertura di 2008 (Auguri via sms) , per segnalare anch'io la molesta usanza dei messaggini di auguri, a Natale.
Cosa c'è di molesto? Non gli auguri in se, ovviamente, che quando sono sinceri fanno anche piacere, ma che gente con cui hai zero rapporti (nella migliore delle ipotesi) ti inserisca nel suo gruppo di contatti e ti invii un impersonalissimo sms di auguri, solo perchè così perchè sembra che abbia un sacco di amici a cui mandarli.

Faccio un esempio pratico. C'è questo sindacalista che opera in un sindacato confederale che non è nè la Cgil nè la Cisl,ed è una delle persone più viscide che io conosca. Fa sempre e solo i suoi interessi, e si mette in genere d'accordo con le azienda per non avere problemi (a discapito dell'interesse dei lavoratori, ovvio). E' uno di quelli, che se sei obbligato a stringergli la mano, dopo ti conti le dita per vedere se ci sono ancora tutte. Ecco, un tipo così riesce a mandarti un messaggino di questo tenore:
"Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia! I migliori auguri di Buon Natale da ....."

Poi c'è quest'altro che ogni anno si trasforma nel Francesco Petrarca dei miei coglioni:
"Il Natale è un giorno calore sorrisi e tenerezze perchè apre i nostri cuori...non vergogniamoci del calore che abbiamo dentro, regaliamolo...buon Natale da ..."

Nonostante abbia l'abitudine di non rispondere mai a questi veri e propri spam telefonici, 'sta gente persevera. Ma i cazzacci vostri no, eh?

The Bob is back


Ma insomma, che volete che dica? Bob Dylan raduna un pò di outtakes pescando dagli anni ottanta (che, al netto di Oh mercy rappresentano il suo periodo meno ispirato ) e dai novanta, e sforna un disco che ha poco, se non niente, da invidiare ad un lavoro compiuto di inediti.

Se questi sono scarti, mi permetterei di consigliare ad un nutrito stuolo di presunti cantautori di appostarsi sotto la casa del signor Zimmerman, di seguirlo quando esce a buttare l'immondizia, e di rovistarci dentro alla ricerca di ispirazione.

Di cosa devo parlare, della open track, Mississippi (inedito da Time out of mind presente in tre versioni) che strazia e incanta, oppure della alernative version della grandiosa Dignity, o di Red river shore, altro inedito da Time out of mind? C'è anche una versione differente di Everything is broken, dallo splendido Oh mercy, una delle mie favorite in assoluto. Ci sono poi una manciata di traccie live, tra le quali segnalo la lenta e dilatata Ring them bells, l'elettrica Lonesome day blues e la riuscita Cocaine blues.

In tutto questo ben di dio ci si perde (e sto parlando della versione di Tale tell signs a due dischi, ne esiste anche una a tre cd...), ma è un naufragio dolcissimo.

Per inciso, la voce che Dylan ha tirato fuori nei novanta, calda, roca, e maledettamente southern, è quella che preferisco in senso assoluto, non nego che questa mia preferenza possa incidere sul giudizio generale dell'album, ma si parla di giusto mezzo punto, che porta il voto finale da 8 a 8 1/2.

mercoledì 24 dicembre 2008

Best cover of the year

La migliore copertina di un quotidiano, per l'anno 2008, arriva quasi a tempo scaduto. E' del Manifesto in edicola oggi, riassume in maniera perfetta quello che tutti pensiamo riguardo alla cordata dei "capitani coraggiosi" che ha rilevato tutta la ciccia di Alitalia. Per chi non lo sapesse, "la magliana" è la sede romana della compagnia di bandiera, mentre "la banda della magliana" non ha bisogno di spiegazioni. Come spesso accade per il quotidiano comunista, un vero capolavoro di sarcasmo.

lunedì 22 dicembre 2008

MFT, dicembre 2008



ALBUM

Airbourne, Running wild
Bob Dylan, Tell tale signs
The Eagles, The very best of
Brian Setzer, The ultimate christmas collection
Bluvertigo, Pop tools
The Mavericks, Live in Austin e omonimo 2004
Pain, Cynic paradise
Hank III, Damn righ rebel proud
Ryan Adams & The Cardinals, Cardinology
Vinicio Capossela, Da solo
The (international) Noise Conspiracy, The cross of my calling
Fun lovin criminals, 100% colombian



Libri

Stephen King, On writing
Michel Faber, Sotto la pelle


Visioni

Dexter, season 2

sabato 20 dicembre 2008

Dipendenze


Confesso una drammatica dipendenza da maron glàces. Da sempre. Ne mangio fino a stordire le papille gustative. Dopo le feste dovrò farmi ricoverare in un apposito rehab.

The Watchmen, il film!

Finalmente il film sui Watchmen è pronto (la data di uscita prevista è il 6 marzo 2009). Per chi non sapesse di cosa sto parlando, The Watchmen è probabilmente il fumetto di Super eroi più rilevante degli ultimi trent'anni. Al punto che, nel campo supereroistico americano si può tranquillamente parlare di un prima The Watchmen e di un dopo.

Alan Moore (scrittore, inglese) e Dave Gibbons (disegnatore) diedero vita nel 1982, ad una saga cupa e realistica, che utilizzava, stravolgendoli, tutti i clichè sui quali si era fondato fino ad allora il comicdom di genere. La storia di questo gruppo di eroi, composti da personalità controverse, violente, misogine e reazionarie, era quanto di più vicino alla realtà potesse essere una vicenda che parlava di esseri in calzamaglia (o impermeabile, come il fantastico Rorschach).

Il film invece, in lavorazione da anni, vede finalmente la luce dopo diverse peripezie che ne hanno messo in discussione l'effettiva realizzazione, e un passaggio di produzione tra major (dalla Fox alla Warner), che è oggetto di causa legale (prima udienza a gennaio).

Inizialmente, per la regia si parlava di Tery Gillam, che a mio avviso sarebbe stato fantastico per una pellicola di questo tipo. Adesso, a raffreddare un pò l'entusiasmo dei fans, il film esce con un cast abbastanza anonimo ("spicca" la sola Carla Gugino) e per la regia di tale Zack Snider.

Qui si può vedere un trailer.
La speranza è che la produzione renda le atmosfera e lo spirito della graphic novel di Moore, evitando di trasformare la storia in un banale film di esplosioni ed effetti speciali.

La speranza è che ci sia un prima e un dopo The Watchmen anche per il cinema supereroistico.

venerdì 19 dicembre 2008

Dexter, season 2


Attendevo con impazienza la seconda serie di Dexter, un pò perchè la prima è stata tra le mie preferite della scorsa stagione, un pò perchè tutto il parlare che ne ha fatto Jumbolo aveva creato una certa curiosità.

Dico subito che l'attesa è stata premiata, il primo episodio parte forte, introducendo nuovi elementi e fili narrativi interessanti, oltre ad un cambiamento drastico (e pericoloso) nell'attività segreta di Dexter.

Come sempre eccellente Michael C. Hall e tutto il cast, davvero ben composto.

Segnalo un paio di intuizioni fulminanti degli autori: la scena iniziale si svolge in un bowling, la squadra della polizia è riunita per una partita . Come si chiama il team? Bowl till you bleed, che fa bella mostra di se sulle camicie dei poliziotti. Ironico che un serial killer (per quanto "buono") faccia sfoggio di uno slogan come questo.
Altra scena: Dexter cattura una sua preda. E' un serial killer,che uccide le persone avvelendole, ma è anche cieco. Il nostro, mentre l'assassino è come da procedura narcotizzato e legato sopra un tavolo, si sta facendo qualche scrupolo ad assassinare un non vedente. Alla fine però arriva alla conclusione che: - nel mio lavoro non faccio distinizioni di razza, sesso, religione...o handicap - .

L'unica vera uguaglianza americana.

mercoledì 17 dicembre 2008

Il CAI-mano

Pubblico rado i nostri comunicati sindacali, ma questa volta ne vale la pena. Per denunciare anche da qui cosa sta accadendo ai lavoratori Alitalia in questi giorni, mentre Silvio si bulla della soluzione italiana che ha trovato per la crisi della ex compagnia di bandiera. Quello che segue è un nostro comunicato stampa regionale:

Cai nasce senza dignità e rispetto delle persone

In queste ore sono in corso la messa in Cassa Integrazione di parte dei dipendenti Alitalia e la contestuale assunzione dei futuri dipendenti CAI che provenga sia dal Gruppo Alitalia che Air One.

A nessuno sfugge il contesto complicato dato dal fallimento di Alitalia e dalla nascita di Cai.
Ma nessuno può spiegare e capire il cinismo con cui i lavoratori sono trattati senza alcun rispetto della loro dignità. Gli accordi prevedono i numeri dei nuovi assunti e la messa in Cig dei restanti.
Prevedono però criteri il più possibile oggettivi nel decidere chi saranno i nuovi assunti e dovrebbero anche prevedere modalità e comunicazioni degne di un paese civile nel quale ai lavoratori si danno le dovute informazioni in modi che possiamo definire umani e comprensibili.
Anche quando sono comunicazioni negative.

Invece assistiamo a lavoratori messi in cig al telefono, informati di notte sul luogo di lavoro, costretti a restituire subito telefono e tesserino aziendale e accompagnati fuori aeroporto da un agente di polizia,
non assunzione di persone monoreddito o ancora peggio, con figli portatori di handicap, richieste perentorie di risposta entro 24 ore pena la perdita anche della Cig, trasformazione, sempre a rischio di perdita della Cig, del rapporto di lavoro da indeterminato a determinato.

Tutto questo non doveva avvenire così. I contenuti degli accordi si stanno trasformando in una operazione cinica di selezione del personale, fuori da ogni logica.

I “capitani coraggiosi” dimostrano con queste modalità di non sapere rispettare le persone che hanno lavorato a volte 20 o 30 anni in Alitalia che certo non sono i responsabili del fallimento.
Non è bastato aver stravolto norme, leggi e contratti. Non è bastato che in Lombardia gli esuberi risultano essere oltre il 50%.
Non è bastato che i lavoratori di Alitalia devono recuperare il Tfr attraverso una azione giudiziaria. Non è bastato che Cai usufruirà di sgravi fiscali e contributivi per tutti i futuri assunti.

Si chiedeva almeno il rispetto delle regole minime. Quelle che non vengono nemmeno scritte. Perché dovrebbero far parte di ogni società e luogo civile.
Alitalia e Cai stanno morendo e nascendo ponendo in atto un ricatto verso i lavoratori.

Bravi capitani coraggiosi!!

La recita

Alle recite natalizie dei bambini d'asilo, ci sono più videocamere e macchine fotografiche di quante ce ne sarebbero nella conferenza stampa di presentazione di un nuovo disco dei Beatles. E' un continuo flashare e chiamare i pargoli: - Uhuuuuuuhhh!!! Davideeeeeeeeeee!!!Guarda di quiii!!! Siamo qui, tesooorooooo!!! Sorriiidiiii!!!-
Si regredisce tutti un pò allo stato di imbecillità, alla recita natalizia dell'asilo.

Ricordi di gioventù



Confesso una mia travolgente passione giovanile per l'attrice americana Diane Lane. Classe 1965, sembrava destinata ad una carriera di primo piano, ma dopo un inizio promettente ed una serie di buoni film (I ragazzi della 56a strada; Rusty il selvaggio; Cotton Club) è rimasta un pò ai margini delle grandi produzioni, anche se di recente si è rivista in buona forma (tre film nel 2008). Dopo un matrimonio fallito con Christopher Lambert è oggi felicemente accoppiata al bravo Josh Brolin (Non è un paese per vecchi; "W").

La mia era proprio una cotta adolescenziale, se è vero (ed è vero!) che giravo con una sua foto ritagliata da un giornale nel portafogli. Il motivo di tanta passione è probabilmente il suo ruolo in Streets of fire, scontato lavoro tra il film d'azione e il musical, di Walter Hill, che a me però, nel 1984, aveva fatto da imprinting musicale. Restringendo il campo, la mia adorazione è probabilmente dovuta, per buona percentuale a questa scena e a questo brano, posti all'inizio del film.



Clamoroso

Ho sfogliato il nuovo Playboy, recentemente tornato in edicola dopo diversi anni di assenza. Articoli di politica, attualità, spettacoli, cronaca (anche qui Saviano!). Dopo qualche secondo ho aperto il paginone centrale. Confuso, ho sfogliato l'intero servizo con la signorina del mese...Sabotaggio! Non mostrano più la pucchiacca delle playmate! Praticamente è diventato un Max o un GQ qualunque. Che tempi...

martedì 16 dicembre 2008

Le pezze al culo

A proposito di scuola pubblica. L'anno scorso Stefano ha iniziato la materna, e da subito mi sono reso conto di quanto abissalmente sia cambiata rispetto ai miei ricordi, nel bene (metodi didattici) e nel male, una valanga di materiale che devono comprare i genitori per permettere ai figli di disegnare, lavarsi, giocare.

Si è creato un bel rapporto di mutuo soccorso con il personale docente, e ogni tanto ci si inventa qualcosa per reperire fondi utili all'attività dell'asilo.
Nella riunione periodica, svoltasi la settimana scorsa, ci hanno comunicato che le scorte di asciugamani e di sapone, passate dal Comune, che dovevano durare fino a giugno, sono terminate, che in tutti gli asili della città è rimasto un residuo cassa di quarantotto euro, e che la giunta non intende cacciare nemmeno un centesimo in più.

Dopo aver formulato diverse proposte, tra le quali scrivere al sindaco (mamma di Fabio), scrivere ai giornali locali (Mamma di marco) e portare i bambini a lavarsi le mani sporche di tempera nell'edificio del comune (io, modestamente), abbiamo optato per il momento per una vendita di torte fatte in casa, in modo da fare immediatamente cassa. Ci siamo divisi in tre categorie: chi prepara i dolci, chi li acquista e chi li vende.
Detto fatto. Oggi sarò presente dalle 8 alle 9, presso l'ingresso della scuola materna, per indurre all'acquisto i genitori dei piccoli.

Mi chiedo solamente: se siamo messi così con 8 miliardi di euro in più, cosa succederà l'anno prossimo, con la stessa cifra in negativo?

lunedì 15 dicembre 2008

Poetic justice

Ogni Presidente ha l’attentato che si merita. Kennedy e Lincoln colpiti a morte da armi da fuoco. Persino Reagan ebbe il suo momento di gloria grazie agli spari maldestri di un attentatore.
Cosa ci può essere di più coerente quindi, che il peggior presidente americano di sempre, sia stato fatto oggetto ( e purtroppo mancato) di un lancio di scarpe (entrambe) , da parte di un inferocito cronista Irakeno? Quando si dice giustizia poetica.


sabato 13 dicembre 2008

If you want rock , you got it!



Cosa chiediamo ad un disco di rock and roll? Divertimento, cori sguaiati, sfacciataggine, attitudine tamarra e orecchiabilità.

No, l'originalità non è indispensabile. A volte nemmeno l'onestà artistica.

Ecco perchè esistono gruppi come gli Airbourne, che, a scanso di equivoci, intitolano l'album d'esordio Running Wild, l'open track Stand up for rock 'n' roll, e agiscono costantemente nel campo di gioco degli AC/DC, con qualche escursione in quello degli Scorpions.

Carte scoperte, in modo che non possano in alcun modo esserci equivoci sulla mission aziendale.

venerdì 12 dicembre 2008

Sciopero generale!

Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: don't give up the fight!

Preacherman, don't tell me,
Heaven is under the earth.
I know you don't know
What life is really worth.
It's not all that glitters is gold;
'Alf the story has never been told:
So now you see the light, eh!
Stand up for your rights.

Come on!
Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: don't give up the fight!
Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: don't give up the fight!

Most people think,
Great God will come from the skies,
Take away everything
And make everybody feel high.
But if you know what life is worth,
You will look for yours on earth:
And now you see the light,
You stand up for your rights.

Jah! Get up, stand up! (Jah, Jah!)
Stand up for your rights! (Oh-hoo!)
Get up, stand up! (Get up, stand up!)
Don't give up the fight! (Life is your right!)
Get up, stand up! (So we can't give up the fight!)
Stand up for your rights! (Lord, Lord!)
Get up, stand up! (Keep on struggling on!)
Don't give up the fight! (Yeah!)

We sick an' tired of-a your ism-skism game -
Dyin' 'n' goin' to heaven in-a Jesus' name,
Lord. We know when we understand:
Almighty God is a living man.
You can fool some people sometimes,
But you can't fool all the people all the time.
So now we see the light (What you gonna do?),
We gonna stand up for our rights! (Yeah, yeah, yeah!)

So you better: Get up, stand up! (In the morning! Git it up!)
Stand up for your rights! (Stand up for our rights!)
Get up, stand up!
Don't give up the fight! (Don't give it up, don't give it up!)
Get up, stand up! (Get up, stand up!)
Stand up for your rights! (Get up, stand up!)
Get up, stand up! ( ... )
Don't give up the fight! (Get up, stand up!)
Get up, stand up! ( ... )
Stand up for your rights!
Get up, stand up!
Don't give up the fight!

giovedì 11 dicembre 2008

Happy Christmas your arse

Mi rendo conto che di post sul potere della musica ne ho scritti a pacchi, ma che ci volete fare, è più forte di me. Sono un song victim. In certe occasioni, quando vengo colto alla sprovvista da talune melodie, mi vengono le gambe molli e il groppo in gola. In questo sono un pò una fighetta.

Bene, espletata la doverosa premessa, passiamo ai fatti. Ieri sera, dopo il lavoro, faccio una scappata in un grosso ipermercato per qualche regalo di natale. Arrivo, e nell'enorme parcheggio sotterraneo semi deserto gli altoparlanti gracchiano una compilation di natale. Cerco parcheggio e mandano Mariah Carey con All i want for christmas is you, scendo e mi incammino verso il centro commerciale e sono passati all'ottima Let it snow di Frank Sinatra.

Faccio i miei acquisti, mangio il peggio trancio di pizza della storia della gastronomia, esco. Appena rimetto piede nel parcheggio per cercare la Clio sento una stentata melodia spremuta fuori da un pianoforte. La riconoscerei anche da sordo. E' Fairytale of New York dei Pogues coaudiuvati dalla compianta Kristy Maccall. La prima cosa che penso è, dev'essere uno scherzo del compilatore della playlist. Fairytale è sì una canzone di Natale. Ma in perfetto stile punk, una storia d'amore tra ubriachi, che nasce tra le sbarre di una cella. La delusione di due innamorati che si sfoga attraverso vicendevoli epiteti. In un passaggio fa:

You're a bum
You're a punk
You're an old slut on junk
Living there almost dead on a drip
In that bed

You scum bag
You maggot
You cheap lousy faggot
Happy Christmas your arse
I pray God It's our last

Una grandissima canzone, molto più sincera di altre dozzine di melasse d'amore o di natale, però chissà se chi l'ha mandata in diffusione, incastrandola magari tra un brano di Dean Martin e uno di Elvis Presley, è consapevole di commettere un azione che equivale a pisciare sull'albero di natale...

Io, ad ogni modo, dopo un primo momento di stupore e di divertimento, mi emoziono. Cammino sorridendo come un imbecille, ed ha un certo punto non mi trattengo più e comincio anche a cantare. Mi salva dal proseguire nella figuraccia il ritrovamento dell'auto.
Dio benedica i Pogues.


mercoledì 10 dicembre 2008

Ma povca tvoia!

Ancora sui tagli alla scuola. Pare, ma sicuramente è una montatura dei giornali in mano ai comunisti, che "l'Istituto Italiano di Tecnologia", creato e gestito dal ministro Tvemonti, non abbia subito il taglio di nemmeno un centesimo dei suoi lauti finanziamenti pubblici. Anzi, che il flusso continui come e più di prima. Ma non può essere vero, no?
No?!?

di seguito un passaggio dell'articolo di Marco Cattaneo e il link per leggerlo tutto.

(...) la signora Mariastella Gelmini sbandiera ai quattro venti tutto ciò che sta facendo per ristabilire la meritocrazia nelle Università, la trasparenza nei concorsi, la valutazione nell’erogazione dei finanziamenti. Allo stesso tempo l’ineffabile ministro dell’economia – stretto nella morsa della crisi economica per cui non trova di meglio che togliere gli incentivi alle misure di efficienza energetica e ridurre il credito d’imposta per la ricerca industriale – continua imperterrito a finanziare senza alcun controllo una fondazione di diritto privato per la ricerca da lui stesso istituita cinque anni fa.
Correva l’anno 2003, quando la Legge 326, del 24 novembre, istituiva all’articolo 4 l’Istituto italiano di tecnologia. Il MIT italiano, andava dicendo orgoglioso il ministro dell’economia di allora, che è poi lo stesso di adesso. Con un finanziamento di 50 milioni di euro per il 2004, giusto il minimo per iniziare i lavori, e poi di 100 milioni alll’anno dal 2005 al 2014 (comma 10). Bei soldi, quando già la ricerca italiana navigava in acque bassissime e dannatamente torbide. (...)

lo trovate qui

martedì 9 dicembre 2008

Bolt!


Ormai Stefano è diventato un signor spettatorino. Adora andare al cinema (per wall-E abbaimo concesso il bis), pur continuando a detestare il volume esageratamente alto dei multisala.
Siccome vedere i film su grande schermo è una pratica che piace anche a noi, lo assecondiamo volentieri ogni volta che si presenta l'occasione.
Il pretesto di ieri è stato Bolt, il nuovo cartoon disney. Trama interessante: un normalissimo cagnolino viene usato per fare il protagonista di una serie TV, in cui ha super poteri e difende la sua padoncina dai sinistri propositi di un tenebroso malvagio, solo che Bolt, il cane, non sa che si tratta di finzione televisiva, e quando girano la scena del rapimento della piccola Penny, scappa dalla sua roulotte da divo a quattro zampe, e si mette alla ricerca della ragazzina nel mondo reale.

Il risultato finale non è riuscitissimo, a parte qualche trovata azzeccata. Strano che, in un campo in cui la disney è in genere imbattibile, quello cioè dei buffi animali che fanno da caratteristi, escano due comprimari come la gatta e il criceto nella palla, solo a tratti convincenti. Il personaggio in assoluto più divertente del film è senza dubbio lo schizzato l'agente della piccola Penny, con tanto di blackberry e auricolare blutooth; le sue gag sono le migliori, anche se fruibili maggiormente dai genitori dei piccoli spettatori.

Anche l'aspetto particolare della storia, un pò da metacinema, è un ostacolo alla comprensione della trama da parte dei bimbi più piccoli (a Stefano l'abbiamo spiegato prima e durante la proiezione), il film è probabilmente più adatto ad una fascia di bambini in età scolare.

Ad ogni modo, anche questa è andata, prossima tappa, Madascar 2.



sabato 6 dicembre 2008

Voilà!


Il premier ai soci Cai: "Siete patrioti"

ROMA - Berlusconi brinda con i soci della Cai. Li chiama "patrioti" e annuncia future assunzioni nella compagnia aerea. Rivolgendosi ai soci della cordata riuniti a cena a Villa Madama, a Roma, insieme a Intesa Sanpaolo, il presidente del Consiglio definisce il salvataggio di Alitalia "un atto di patriottismo necessario per avere una compagnia di bandiera italiana e salvaguardare il turismo, settore vitale per il nostro Paese". "Ci guadagnerete". Berlusconi non nasconde la convinzione che aver salvato la compagnia si trasformerà per gli azionisti della nuova azienda in un"buon investimento": "Vi ho consentito l'ingresso in un settore in crescita - dice - e sono convinto che alla fine questa operazione vi permetterà di guadagnarci".

L'articolo di Repubblica continua qui

Patrioti? E' qui che si vede la scala di valori di B. , chi licenzia, viene raccomandato dalle istituzioni, compra sottocosto, non paga i debiti (accollandoli alla collettività), non ha la più pallida idea di come gestire un settore strategico per il Paese, è considerato alla stregua di un eroe. 'A Sirvio, ti posso toccà? Mabaffanculo, va!

Così ci piacete: duri e irremovibili...

Scuola cattolica, la Chiesa attacca
Il governo annulla subito i tagli

CITTA' DEL VATICANO - Non sono servite manifestazioni, sit-in, o lezioni all'aperto. E' bastata la minaccia della mobilitazione delle scuole cattoliche per far cambiare idea al governo nel giro di qualche ora. I fondi per le scuole paritarie "vengono ripristinati", ha assicurato il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas a margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato sulla finanziaria. "C'è un emendamento del relatore che ripristina - dice Vegas - il livello originario, vale a dire 120 milioni di euro. Possono stare tranquilli, dormire su quattro cuscini". Nonostante le rassicurazioni, anche il Papa ha fatto sentire la propria voce: "Gli aiuti per l'educazione religiosa dei figli - ha detto Benedetto XVI - sono un diritto inalienabile".
Larticolo di Repubblica continua qui.
Ma questi non erano i duri, i decisionisti, quelli della sostenibilità a tutti i costi, quelli del taglio di 8 miliardi alla scuola pubblica, quelli che: "manifestate finchè vi pare, tanto indietro non si torna"?
Potenza del clero, che una volta lo scrivevano con la kappa.
Ma oggi i tempi sono cambiati, no?
No?!?

giovedì 4 dicembre 2008

Buona la seconda

Con un preavviso molto vicino allo zero, che ha avuto il merito di risparmiarmi una settimana di ansia da prestazione, mi hanno invitato a parlare all’assemblea generale dei quadri e dei delegati della CGIL, che si è svolta stamattina al Piccolo, a Milano, alla presenza di Guglielmo Epifani.

Ho ripreso il testo del mancato comizio di settembre, tagliandolo, integrandolo e aggiornandolo un po’, dove serviva.

Stavolta non ci sono stati intoppi, e ho potuto fare il mio intervento, davanti ad una platea davvero numerosa, al punto che in molti sono rimasti fuori dal teatro.

Sono andato via pulito, senza sbavature, nonostante l’abbassamento della voce di questi giorni. Forse sono stato un po’ troppo “freddo” e poco passionale, però sono riuscito a leggere il foglio e a guardare la platea, da buon relatore.

Una decina di minuti emozionanti, una bella esperienza.

Nel complesso, è stato impressionante ascoltare il contributo di delegati delle diverse categorie, testimoniare T-U-T-T-I preoccupazione, problemi, angosce per il presente e per il futuro prossimo. Molti di loro, come del resto io, portavano la loro esperienza di cassaintegrati o peggio, di colleghi precari lasciati a casa senza remore e senza alcuna forma di ammortizzatori sociali.

Mi ha impressionato anche la scelta di molti, Epifani incluso, di usare toni leggeri e non incalzanti nei riguardi delle altre organizzazioni sindacali e delle controparti (governo e imprenditori), in questi casi è consuetudine farsi coraggio a botte di affermazioni di orgoglio per la CGIL, e invece il messaggio che è passato è stato un po’ dimesso.

Qual’era il messaggio?
Il 12 dicembre c’è lo sciopero generale della CGIL. Sarebbe meglio per tutto il paese che riuscisse in maniera inequivocabile.

mercoledì 3 dicembre 2008

Telegramma da Vienna


Vienna per molti versi è esattamente come ti aspetti che sia. Pulita, addobbata come un albero di Natale e carissima. Non conforme alle aspettative il clima, imprevedibilmente mite, per via della massiccia nuvolosità, che in alcune brevi circostanze sfoga in un pò di pioggia. Fatto il solito giro da turistelli: le zone del Stephensdome, i musei, il quartiere del Hofburg, il municipio, i mercatini di Natale, i musei, l'Hotel Sacher, l'Opera. E' rimasto fuori il Prater, un pò distante dal ring del centro.

I viennesi hanno un sistema di trasporti pubblici straordinario. Difficile fare più di 500 metri senza imbattersi in una scale che porta alla metropolitana (contrassegnata da una "U" più il numero della linea, da 1 a 4). Un pò caro il biglietto, che costa €1,70, quasi il doppio di Milano. Non ci sono i tornelli all'ingresso delle stazioni, c'è l'obliteratrice, e tutti timbrano senza esserne costretti. Meraviglie della civiltà mitteleuropea.

Nei numerosi cafè e nei beisl (un pò come le osterie di noi altri) e nei ristoranti di Vienna è permesso fumare. Un ragazzo italiano residente a Bratislava con fidanzata viennese ci spiegava che le autorità politiche avevano provato a probire il fumo nei locali, ma hanno dovuto fare marcia indietro: guai a togliere ai cittadini caffè, sigarette e giornale al tavolo.

Lo stesso ragazzo ci faceva notare che, se si vedeva poca polizia in uniforme era solo perchè il grosso è in borghese e fa il lavoro "sporco" (allontanare i mendicanti, gli homeless, gli ubriachi o i perdigiorno) con discrezione tutta austriaca.

In conlusione posso affermare che ne è valsa la pena, anche se ormai mi è chiaro come queste toccate e fuga siano letteralmente massacranti dal punto di vista fisico e, volo a parte, discrtamente dispendiose da quello economico. Per non farmi mancare niente, ho pensato bene di beccarmi anche una bella influenza comprendente tosse, raffreddore, mal di gola e costipazione totale delle vie respiratorie.

Lavoro e faccio il countdown per i tre giorni tre di riposo da sabato a lunedì.