domenica 30 maggio 2010

Stuck in the mud


(...)Domenica 13 gennaio '80 si doveva giocare Bologna-Juventus. I bianconeri erano in una situazione disastrosa: erano reduci da ben tre sconfitte consecutive, e in classifica stavano scivolando addirittura in zona retrocessione. Il giovedì prima della partita il direttore sportivo del Bologna, Riccardo Sogliano, alla fine dell'allenamento ci radunò tutti negli spogliatoi - titolari e riserve - e ci disse: " Ci siamo messi d'accordo con la Juve per pareggiare la partita di domenica. E' chiaro per tutti?". Nessuno di noi giocatori ebbe niente da obiettare, e Sogliano se ne andòtutto soddisfatto: un favore del genere alla Juve poteva tornare molto comodo al Bologna, in futuro...A quel punto parlò l'allenatore Perani, che ci propose di scommettere sul risultato di quella partita. (...)

Ricordo come fosse ieri, allo stadio comunale imbiancato dalla neve caduta nella notte , i minuti che precedettero l'ingresso in campo. Io ero destinato alla panchina, quando uscii dagli spogliatoi incrociai Trapattoni: gli raccomandai il rispetto dell'accordo, e lui mi disse che potevamo stare tranquilli, che non c'era nessun problema (con Trapattoni avevo giocato nel Milan e nel Varese, sapevo che era una persona seria). I miei compagni, nel sottopasso prima di entrare sul terreno di gioco, fecero lo stesso con alcuni dei giocatori juventini (che quel giorno erano: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Brio, Scirea, Causio, Prandelli, Bettega, Tavola e Marocchino), gli dissero che noi avevamo scommesso sul pari; uno di loro rispose: "Noi oggi non abbiamo scommesso, il colpo l'abbiamo già fatto due doemiche fa con l'Ascoli (partita che la Juve perse in casa 2-3, n.d.r.)".



Le combine sui risultati delle partite di calcio ci sono sempre state, Carlo Petrini ne parla come di una cosa che negli spogliatoi è considerata naturale. Una squadra è in difficoltà, l'altra non ha più niente da chiedere, ci si parla, si conviene, ed è fatta. La squadra in difficoltà prima o poi renderà il favore. Una fisiologica conseguenza di questa pratica è il calcio scommesse (il totonero, così come era stato definito nel 1980). Un paio di intrallazzoni con contatti tra i calciatori mette in piedi un organizzazione di scommesse clandestine, per un pò la cosa funziona, ma non sempre i patti con i calciatori vengono rispettati e la coppia di "imprenditori" finisce sul lastrico. I due fanno quasi tenerezza pensando ai mega sistemi di scommesse moderne. Loro, nel 79/80 anticipavano i soldi delle scommesse, perdevano centinaia di milioni, avevano i cravattari alle calcagna e fu solo per uscirne che denunciarono tutto alla magistratura, dando il via al più noto scandalo della serie A italiano. Scandalo, che va detto, si concluse in una farsa a danno di qualche caprio espiatorio, visto che, ad esempio, non furono puniti il Bologna e sopratutto la Juventus, autrici di una clamorosa partita combinata.

Ma non parla solo di partite truccate, Nel fango del dio pallone. Ci racconta quanto siano egoisti, narcisisti e superficiali i calciatori. Di quanto gli importi solo della propria carriera (altro che bandiere...), di quanto attorno a loro giri tutto un mondo che vive solo per compiacerli, dei riti da camerata che a volte sfociano in brutali episodi da branco e infine dal sesso,consumato a profusione con episodi degni della più scontata trama di una produzione pornografica di serie B.

La parte del racconto alla quale Petrini tiene di più è però probabilmente legata al doping, altro aspetto che viene considerato consuetudine, negli spogliatoi che lui ha girato. Beveroni o siringhe che siano, i calciatori si sottoponevano a tutto quello che gli veniva chiesto, un pò per incapacità di rifutare, un pò per interesse personale, per giocare meglio, non sentire la fatica, migliorare la propria immagine/quotazione. Sono molti i morti e i feriti che questa pratica si è lasciata dietro, Carlo Petrini con un tumore al cervello è uno di loro.

Il libro è scritto in maniera molto semplice e lineare, composto da brevi periodi come se fossero post di un blog. L'autore fa chiaramente un resoconto della sua fantastica e tragica vita senza autoindulgenza, è spietato con se stesso, con le sue scelte egoistiche che hanno portato a conseguenza drammatiche anche per i suoi cari più vicini, è lo sfogo di un uomo che dalla vita ha avuto tutto e presto, e che col tempo ha restituito ogni cosa con gli interessi.

Confesso che ho sempre avuto un pò di timore a leggere Nel fango del dio pallone. Qualunque appassionato di calcio sa che questo sport è tutt'altro che pulito, ma forse a molti (me compreso) piace cullarsi nell'illusione che gli scandali passati siano stati solo episodi occasionali e tutto il resto fossero solo chiacchere da bar. Ovviamente non è così, e il fatto che quest'opera, che cita nomi cognomi e fatti, dall'anno della sua uscita a oggi non abbia subìto nemmeno una denuncia la dice lunga sulla coda di paglia che i suoi protagonisti negativi (tra gli altri Lippi, Agroppi, Trapattoni, Bettega, Dossena, Colomba, Moggi) si portano ancora oggi appresso.

Dopo aver letto il libro mi è venuta voglia di saperne di più e ho scovato su youtube questa bella intervista in tre parti a Petrini.
Parte uno, Parte due, Parte tre.

2 commenti:

drunkside ha detto...

interessante, lo cercherò!

cosmic kid ha detto...

davvero vit, mi piacerebbe avere la tua opinione...