lunedì 19 agosto 2013

Eleanor Friedberger, Personal record


Non è la mia tazza di tè, il mio campo da gioco, il mio genere preferito. Mi è capitato svariate volte si esprimere questo concetto scrivendo di musica e di artisti lontani dai miei usuali ascolti. Faccio mio l'assioma anche per l'opera di Eleanor Friedberger, trentasettenne voce della band indie dei The Fiery Furnaces, qui al suo secondo lavoro solista. Assecondando la piega soggettiva che sta prendendo la recensione mi spingo a raccontare anche come sono inciampato su Personal record. Molto semplicemente ho ripreso una pratica che non esercitavo veramente da un sacco di tempo, mi sono cioè rimesso ad ascoltare musica in cuffia prima di addormentarmi e subito ho trovato in questo disco un compagno di viaggio perfetto per quei momenti limbo in cui scarichi gli stress della giornata cercando di scivolare dolcemente nell'oblio.

La Friedberger è riuscita infatti a coniugare il suono indie-rock della sua band di provenienza (nella quale milita anche il fratello Matthew) con un pop che riesce ad essere al tempo stesso personale, lontano dal mainstream, ma anche generosamente catchy, dotato di grandiosi ganci melodici e riecheggiante delle opere e del sound di grandi artisti del passato, come Joni Mitchell, Carly Simon ma anche Tom Petty, forse i Rem e magari un pò anche Carol King e Annie Lennox. 
Confusi? Non dovreste, perchè alla fine ciò che conta davvero è che in Personal Record ci sono Le Canzoni e che esse funzionano in maniera sublime: a partire dalla traccia d'apertura I don't want to bother you, all'ingannevole folk-rock di My own world, all'introspezione di I'll never be happy again all'apparentemente spensierato pop di Stare at the sun fino al profumo di capolavoro che pervade She's a mirror e Other boys ci troviamo di fronte ad un album delizioso ed appagante, che, parafrasando Jannacci, sarebbe interessante vedere l'effetto che potrebbe fare se fosse un minimo pompato sulle televisioni musicali più influenti o su quelle radio che determinano i gusti del popolino.

D'altro canto però, diciamo la verità, se Eleanor facesse il botto perderemmo il gusto, che tanto apprezziamo, di accarezzare in solitudine questi gioielli nascosti inaccessibili alla moltitudine. Dopotutto parliamo di un disco personale, no?

7,5/10

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