giovedì 3 settembre 2015

Orchid, Sign of the witch (EP)


Io lo chiamo effetto Audio 2. Sapete no, quel duo italiano che ha costruito le proprie fortune su una formula che copiava pedissequamente lo stile vocale e musicale di Battisti?
Certo, in quel caso si trattava di una trovata che aveva anche nell'eccezionalità dell'idea il suo punto forte, mentre per quanto concerne i Black Sabbath servirebbero le pagine gialle per citare tutte le band che li hanno presi a riferimento, soprattutto relativamente all'era Ozzy Osbourne. 
Gli Orchid (from San Francisco, attivi dal 2007), ora che gli Sword hanno deviato in maniera decisa dal sound sabbatiano, sono probabilmente gli epigoni più credibili di quel pattern che, a detta di molti, nel 1969 ha dato orgine all'heavy metal.
Questo Sing of the witch è un EP di quattro tracce che succede agli album Capricorn del 2011 e The mouths of madness del 2013 e già dalla cover mette in chiaro le intenzioni del combo, richiamando in maniera sfacciata la copertina del primo Greatest Hits del gruppo di Birmingham.
E' chiaro che un primo giudizio su operazioni di questa natura non può che essere critico, ma andando oltre l'aspetto più superficiale delle analisi, bisogna ammettere che non è esattamente semplice elaborare canzoni che suonino autentiche come gemme nascoste della premiata ditta Iommi/Butler/Osbourne al pari di  Helicopters, la open track, e Strange Winds, il brano conclusivo del disco. Entrambi i pezzi sono assolutamente convincenti nello spostare le lancette indietro nel tempo, ricreando un'atmosfera in bilico tra suggestioni oniriche e scenari inquietanti. 
Insomma, al netto di tutto, avercene di band derivative come gli Orchid.


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