lunedì 21 maggio 2018

John Wick, capitoli 1 e 2

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John Wick (Keanu Reeves), è stato un killer a pagamento. Il migliore in circolazione. L'uomo nero. Portava a termine qualunque compito gli venisse assegnato. Riusciva dove chiunque altro falliva. Da un pò si è ritirato, per vivere la storia d'amore della vita.Sfortunatamente la sua donna si ammala e muore, lasciandolo solo con un cucciolo di cane da accudire. Il primo capitolo inizia così, con John che conduce una vita solitaria, cercando di elaborare il lutto, fino a quando, per motivi banali, entra in contatto con un gruppo di scagnozzi della mafia russa (da lui in passato servita), tra i quali Yosef Tarasov (l'Alfie Allen già Theon Greyjoy del Trono di spade), il figlio del boss Viggo, i quali gli portano via le ultime cose alle quali è legato da affetto ossessivo: il cucciolo, lascito della moglie, e la sua Ford Mustang del 1969. Gli sgherri commettono però l'errore di lasciarlo in vita. Da qui inizierà la deflagrazione totale della storia, con Wick che torna ad essere implacabile, feroce ed inarrestabile. Nel secondo capitolo, dopo una premessa che altro non è che una coda del primo, il pensionamento del nostro è di nuovo messo in discussione dal boss italo americano della camorra Santino D'Antonio (Riccardo Scamarcio), con il quale Wick ha un debito d'onore, che è costretto a saldare soddisfando la richiesta di Santino di uccidergli la sorella (Claudia Gerini), pericolosa contendente al potere criminale di tutte le cosche italiane. L'azione si svolgerà prima in Italia, a Roma, per poi tornare a New York, con un cliffhanger finale.

John Wick ha senza dubbio dato un bello scossone all'asfittico panorama degli action americani, che sembravano ormai agonizzanti tra l'ennesimo film con Jason Statham e uno dei tanti Attacchi al potere. Con John Wick, è vero, siamo ancora all'uomo solo contro tutti, ma la produzione ha dalla sua più di un'intuizione innovativa. Innanzitutto le scene di combattimento, per le quali si introduce la tecnica del "gun-fu", sorta di kung-fu con la pistola, che, in un contesto (il corpo a corpo) nel quale abbiamo visto ormai di tutto, ci permette di assistere a qualcosa di diverso. E poi, altro elemento vincente, l'introduzione di una sorta di sindacato mondiale per i criminali, che offre rifugio sicuro ai delinquenti di livello nei suoi Continental Hotel di tutto il mondo, dove si paga in monete d'oro e dove vigono regole rigorose, la prima delle quali è che non si possono commettere atti violenti all'interno degli hotel. 
Insomma, se John Wick, pur essendo un prodotto di puro intrattenimento, riesce ad emergere con personalità tra le proposte di un genere tanto amato quanto inflazionato e in decadimento, è per merito di trovate narrative divertenti, di momenti d'azione innovativi, oltre che, naturalmente, per la recitazione monoespressiva, ma molto in parte, di un ritrovato Keanu Reeves. 
Gli amanti dell'action non possono perderlo. 
L'anno prossimo è prevista la conclusione della trilogia.

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