lunedì 7 maggio 2018

Nemesi (2016)


Sul mio podio degli eroi cinematografici di gioventù siede saldamente il signor Walter Hill, classe 1942 e stile (all'epoca) innovativo ed imitatissimo, capace, dal 1978 al 1984, di sfornare un capolavoro dopo l'altro con i quali ha ridisegnato completamente il significato di action americano: Driver l'imprendibile; I guerrieri della notte; I cavalieri dalle lunghe ombre (western); I guerrieri della palude silenziosa; 48 ore e ultimo ma non ultimo il connubio cinema/musica rock in gran parte responsabile della mia formazione: Strade di fuoco (senza considerare il ruolo di Hill in qualità di produttore per l'intera saga di Alien). 
Spentisi i riflettori di quel periodo che ha segnato la storia del film di genere (USA, ma non solo), Hill ha sempre continuato a fare il suo cinema, con incursioni nella commedia (Chi più spende più guadagna), omaggi al blues (Mississippi adventures), action thriller nerissimi (Johnny il bello), lavorando via via con tutti gli attori di riferimento per il genere (Rourke, Stallone, Willis, Schwarzenegger, Sniper, etc.).
Come per tutti quelli della sua generazione, gli anni duemila gli hanno imposto un semi pensionamento, laddove Hollywood li ha sostituiti con registi fracassoni ma intercambiabili uno con l'altro, al servizio di budget milionari ed effetti speciali sempre più invadenti. Sono infatti solo tre i film che il regista riesce a girare in quindici anni, dal 2000 al 2015. Nel 2017, in maniera del tutto anonima e "a fari spenti", esce anche da noi il suo ultimo film: Nemesi. Le sale italiane lo ignorano, viene distribuito in piena estate e resta in programmazione solo qualche giorno, al punto che è quasi impossibile riuscire a vederlo. Urgeva un recupero in dvd.

Il plot: Frank Kitchen (interpetato da Michelle Rodriguez, che si misura con un personaggio maschile) è un killer a pagamento al soldo del miglior offerente. Su commissione del boss Honest John (Anthony LaPaglia), uccide un uomo per la mancata restituzione di un prestito. La vittima è però l'amatissimo fratello di Rachel Jane (Sigourney Weaver), svitata medico chirurgo radiata dall'ordine e pertanto operante nella clandestinità, che, per vendicarsi, mette in atto un agghiacciante modalità ritorsiva. La storia si apre con la Weaver internata in un istituto psichiatrico, impegnata a sostenere un colloquio col professor Galen (Tony Shalhoub) in merito ad un massacro avvenuto nella sua clinica clandestina, dal quale lei è emersa come unica sopravvissuta e sospettata principale. Da qui parte, attraverso l'alternanza di flashback e racconto presente, tutta la vicenda.

Mi trovo ancora una volta dall'altra parte della barricata rispetto ad una critica che ha sostanzialmente snobbato Nemesi (The assignment in originale). Dentro questo film c'è tanta dell'arte di Hill. Il cineasta racconta una storia oscura, a tratti anche sgradevole e con tematiche più prossime all'horror che al thriller, rinunciando completamente all'ironia e affidando molto della riuscita dell'opera alle due meravigliose donne protagoniste, Weaver e Rodriguez, che lo ripagano appieno della fiducia. La messa in scena è asciutta ed essenziale, il ricorso alle tavole fumettistiche per inframezzare il racconto dona una cornice epico-avventurosa ad una storia che per molti versi è quasi onirica. La sequenza conclusiva che mostra la contro-vendetta di Frank, è il colpo da maestro.

Nemesi dimostra che mr Walter Hill ha ancora tanto da dare al cinema moderno. Speriamo vivamente ne abbia ancora le possibilità.



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