lunedì 16 luglio 2012

New wave of american country music / 6


Bob Wayne
Till the wheels fall off
People like you Records (2012)



Pittoresco e caciarone Bob Wayne, rientra in pieno nel fenomeno outlaw country più radicale (lontano da Nashville dunque) con tanto di testi espliciti e indole ribelle, anche se riesce a farsi apprezzare per la ricerca di una via indipendente ai dogmi del (sotto)genere. Certo, i modelli di riferimento del presente e del passato sono tutti presenti (da David Allan Coe a Hank III passando per Johnny Cash), ma le esecuzioni suonano fresche ed eccitanti, merito di un songwriting irriverente, di un bel tiro degli strumenti (violino e banjo sugli scudi) ma anche della tonalità della voce che essendo pulita e non, come da copione, nasale, baritonale o impastata (da patata in bocca per intenderci),  inizialmente spiazza un pò ma poi diventa un valore aggiunto del lavoro.

L'album è composto da tredici tracce (più due bonus track) ed è dannatamente divertente. I testi ruotano tutti attorno alla liturgia del divertimento sfrenato correlato da abuso di alcol/droghe e al mito della vita spericolata on the road. Proprio quest'ultimo tema è protagonista della scatenata title track, posta in apertura a mettere subito le cose in chiaro sullo stile di vita del fuorilegge, che ha intenzione di sballarsi senza ritegno "till the wheels fall off this motherfucker!". A seguire There's no diesel trucks in heaven, tra ironia e oroglio, l'immancabile dedica ai camionisti americani, target costante dei musicisti country. All my friends, la traccia numero tre eseguita in duetto con Hank III, è una ballata che rimugina sugli amici di una vita ai quali si è dovuto rinunciare. A scanso di equivoci va chiarito che non si tratta di persone ma di sostanze quali cocaina, eroina e LSD. Get there when i get there invece si sposta dall'altro lato dell'oceano, più precisamente in Irlanda richiamando le ballate dei Waterboys. Continuando ad analizzare le canzoni è d'obbligo una segnalazione almeno per il country-rock'n'roll con tanto di coretti femminili di Devil's son, per la spregiudicatezza punk di Fuck the law (presente anche come bonus track per il mercato della Germania, con il ritornello cantato in tedesco), per l'infuocato blugrass All those one night stand,il disincanto di A pistol and a 100$ bill e la consona conclusione di Spread my ashes on the highway.

Conoscevo superficialmente Bob Wayne (ho anche sfiorato una sua esibizione come opener di Hank) ma i suoi dischi precedenti mi sembravano un pò troppo derivativi. Till the wheels fall off viceversa gli fa fare un bel salto di qualità, al punto che se avessi saputo del recente tour italiano dell'artista ci avrei volentieri fatto un pensierino. Per le soddisfazioni che mi sta fin qui dando Till the wheels fall off potrebbe essere uno degli album dell'anno.

7,5/10

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahahah! Che copertina!!! :)))! Me lo fai ascoltare?

monty ha detto...

Qui puoi sentire la titletrack.
http://www.youtube.com/watch?v=l-7mE4RAcDU

Anonimo ha detto...

Ahahahah! Divertente!:D!