lunedì 18 dicembre 2017

La notte del giudizio (2013)

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In un distopico futuro prossimo (2022), negli Stati Uniti i tassi di criminalità, così come il numero di omicidi, sono ai minimi storici. Di pari passo, aumenta la percezione di sicurezza, con effetti positivi anche sull'occupazione. Come si è giunti a questo risultato? E' semplice, i Nuovi Padri Fondatori dello Stato permettono che un giorno all'anno, per la durata di dodici ore (dalle 19:00 alle 07:00), la popolazione sia sostanzialmente libera di mettere in pratica qualunque atto di violenza, omicidio compreso, contro chiunque (fatto salvo politici e forze dell'ordine), senza doverne rispondere alla legge. Durante questo orizzonte temporale non viene concessa assistenza medica, che viene ripristinata, assieme alle normali regole civili, solo al termine delle dodici ore. 
Il risultato è che le persone più abbienti sono (relativamente) al sicuro dentro strutture fortificate, mentre le classi meno abbienti, gli homeless, i disadattati sono alla mercè degli assassini. 
La famiglia Sandin, composta dal padre James (Ethan Hawke), dalla madre Mary (Lena Headey, la Cersei de Il trono di spade) e due figli, fa parte della upper class, e come tale alle 19:00 in punto si sigilla nella casa-fortezza, ma l'iniziativa del figlio più piccolo, che mosso a compassione permette ad un poveraccio braccato di entrare tra le mura domestiche, metterà a rischio non solo l'incolumità fisica della famiglia, ma anche la solidità dei suoi valori morali.

Che James DeMonaco, regista e sceneggiatore  di questo La notte del giudizio (in originale il molto più sintetico ed efficace The purge), abbia mandato a memoria il lavoro di John Carpenter risulta chiaro ed evidente anche ad un marziano. I temi dell'assedio e della differenza di classe nella società americana sono troppo evidenti e rumorosi per passare inosservati. Però l'idea alla base del film è di quelle che lasciano il segno. Una provocazione intelligente e non così lontana dalla realtà come sarebbe lecito pensare, basta ascoltare le convincenti motivazioni riportate ossessivamente dai media dentro al film e i ragionamenti degli stessi protagonisti, mixarli con la deriva reazionaria innestata da Trump (anche se il film esce nel 2013, in piena presidenza Obama) e lo scenario improvvisamente si avvicina.
Il film diverte e induce a pensare, questo penso sia il suo più grosso pregio, in quanto a tensione e scarejump invece si difende, ma senza eccellere in maniera particolare rispetto alla media del genere. 
La notte del giudizio ha già avuto due sequel, sempre girati da DeMonaco: Anarchia del 2014 e Election year del 2016. E' in lavorazione una quarta pellicola, stavolta un prequel (The island), che dovrebbe uscire nel 2018. 

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